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ATTACCHI DI PANICO: cosa si può fare? | Studio Bonzanigo 11

Gli attacchi di panico sono un problema molto diffuso, a molte persone è capitato di provare almeno una volta nella vita questa brutta esperienza. Ad altre persone succede più frequentemente e non riescono a venirne a capo. Spesso poi questa difficoltà porta ad utilizzare farmaci di vario tipo, in particolare ansiolitici, con modalità che a volte sono un po’ “fai da te” e quindi pericolose e non risolutive.

È importante allora capire qual’è la causa degli attacchi di panico, cosa sono e cosa si può fare per risolvere questa problematica.

Nella mia esperienza come psicoterapeuta mi capita spesso di incontrare persone che si rivolgono a me proprio per questo motivo. Si tratta di una bruttissima esperienza la cui sintomatologia può variare da un individuo all’altro, ma in generale quello che si prova a livello fisico è:

  • battito cardiaco molto accelerato
  • brividi, sudori freddi
  • mal di stomaco
  • senso di soffocamento

A livello psicologico si sente un’angoscia profonda, una specie di terrore senza nome. È talmente intensa come esperienza che spesso viene vissuta come “la sensazione di stare per morire” e può essere scambiata per un infarto. In alcuni casi si può finire anche al Pronto Soccorso.

Spesso chi soffre di attacchi di panico cerca spiegazioni razionali: è stato un periodo stressante, sono stanco, oppure è successo qualcosa che mi ha preoccupato. Sicuramente ci saranno situazioni contingenti che possono favorire la nostra vulnerabilità o preoccupazioni che ci agitano, ma queste non sono la causa. Il problema è che la nostra mente reagisce come se ci fosse un pericolo mortale, anche se non è realmente presente.

È naturale che il paziente quando arriva da me vorrebbe delle soluzioni e delle soluzioni veloci per sollevarsi da tanta fatica e sofferenza. La psicoterapia però non dà soluzioni immediate, di questo bisogna essere consapevoli quando ci si rivolge ad un terapeuta. Però dà un aiuto duraturo perché non agisce sul sintomo solamente, ma agisce sulla causa e quindi ha un impatto ben più efficace.

Ad onor del vero però posso dire che, anche se la cura vera e propria viene col tempo, spesso anche già durante le prime sedute la sintomatologia diventa meno invalidante e più gestibile, perché il fatto di avere uno spazio dove portare la propria angoscia è già un sollievo.

Ma torniamo alla causa. Qual’è la causa degli attacchi di panico?

Con i miei pazienti ho l’abitudine di usare questa metafora per spiegarlo: è come quando si continuano ad ammassare cose, rifiuti, pesi, pacchi, nello sgabuzzino e si chiude la porta, finchè è talmente pieno che la porta si sfonda e tutto crolla fuori. Cosa significa? Che il motivo dell’attacco di panico non è un singolo episodio contingente, ma che una piccola vicenda magari precedente all’attacco di panico è solo “la goccia che fa traboccare il vaso”. Sì, perché spesso tendiamo a mettere da parte i nostri sentimenti, a dimenticare esperienze traumatiche, a trascurare le nostre fatiche e paure, a non ascoltarci.

Ma tutti questi pesi non vengono dimenticati dalla nostra mente, anzi si accumulano e ad un certo punto la nostra psiche si trova costretta ad affrontarli tutti in un colpo e questo ci travolge. Nella terapia si tratterà quindi di andare a vedere che cosa c’era nello “sgabuzzino”, aprire pacchi anche spiacevoli. Facendolo insieme al terapeuta, in uno spazio protetto e di supporto, col tempo si può riuscire a risolvere vecchi nodi, imparare a non accumulare più.

La risoluzione non sarà quindi veloce e facile, ma il viaggio che ci aspetta in terapia riserva anche tante belle sorprese, come risorse inattese e nuove motivazioni alla vita. E non si rimarrà soli a combattere sofferenze che non devono essere trascurate se vogliamo davvero prenderci cura di noi stessi.

Nel frattempo però, se la sintomatologia rimane invalidante per un certo periodo di tempo, la psicoterapia si può temporaneamente affiancare con altre forme di aiuto. Queste aiutano a trovare un po’ di sollievo e permettono di procedere nella vita quotidiana. Per esempio si possono imparare alcune tecniche di mindfulness e di radicamento che servono ad affrontare le crisi di ansia più forti. Se necessario si può seguire in parallelo un percorso di mindfulness con altri colleghi. Oppure si può valutare l’opportunità di seguire per un periodo una terapia farmacologica sotto il controllo di medici con cui noi psicologi dello Studio Bonzanigo 11 collaboriamo.

Dott.ssa Simona Daneo

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