Viviamo un’epoca nella quale l’età media delle persone è considerevolmente aumentata, grazie a migliori condizioni di vita e al progresso delle scienze mediche e tecnologiche. Tuttavia, in molti ambiti, compreso quello della psicologia e della salute mentale, per molto tempo l’atteggiamento nei confronti degli anziani partiva dal presupposto che essi fossero rigidi e indisponibili al cambiamento, anche a causa della vulnerabilità al pregiudizio nei loro confronti, incoraggiato dalle nostre società “youth-oriented”; tuttavia, grazie anche a recenti studi, si è appurata la falsità di tale concezione.
Innanzitutto, il processo di invecchiamento è caratterizzato da un’enorme variabilità: vi sono persone anziane che riescono a ricoprire incarichi di enorme peso e responsabilità sociale così come anziani che stentano a riconoscere i membri della propria famiglia o faticano ad alzarsi dal letto. Inoltre, contrariamente a ciò che comunemente si pensa, il processo di invecchiamento viene in genere associato a effetti positivi che riguardano le capacità emotive e la salute mentale, compreso un incremento nella capacità di vivere la propria vita in maniera soddisfacente e densa di significato.
La possibilità di cambiamento e l’intervento dello psicologo
Esiste dunque una concreta possibilità di cambiamento, che può essere agevolata dall’intervento psicoterapico; alcuni studi neuropsicologici hanno mostrato le potenzialità neuroplastiche del cervello, mettendo in luce la possibilità concreta di un cambiamento di quest’ultimo e, conseguentemente, della mente, anche in fasi di età avanzate.
La popolazione dei soggetti anziani si sta sempre più diversificando. Basti pensare alle componenti etniche (che hanno dimostrato la loro importanza in aree fisiologiche/mediche, come ad esempio la pressione sanguigna e il sonno), agli atteggiamenti e alle aspettative nei confronti del processo di invecchiamento, alla dipendenza da altre persone e alla sistemazione abitativa; in sostanza, sono state evidenziate profonde differenze riguardanti i processi decisionali, la disponibilità a condividere vissuti ed informazioni personali, l’assistenza che può essere prestata nelle ultime fasi della vita. Esiste un’ampia divergenza su ciò che i differenti individui pensano rispetto alla possibilità di mantenere standard di vita soddisfacenti nella loro vecchiaia; un ruolo fondamentale, tuttavia, è giocato dalla fiducia, evidentemente correlata al tasso di invecchiamento di ogni singolo paese e alla ricchezza dell’economia nazionale.
Andando al di là dello stigma, quindi, è certamente possibile investire in un percorso di cambiamento che porti ad un maggior benessere psichico anche in età avanzata.
Dottor Jacopo Guarino
Psicologo