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L’iperattività di un bambino e il disturbo dell’attenzione

bambino iperattivoI disturbi dell’apprendimento, tra cui l’iperattività e il deficit dell’attenzione, sono una questione che oggigiorno viene molto discussa e che coinvolge sempre un più ampio numero di bambini . Nella nostra società questo disagio neurologico interessa il bambino fin dai suoi primi mesi di vita. Può presentarsi con iperattività e le caratteristiche sono difficoltà di attenzione e impulsività.

I bambini interessati da questo problema fanno molta fatica a mantenere l’attenzione e a concentrarsi, hanno la tendenza ad agire senza pensare a quello che stanno facendo e hanno delle difficoltà a modificare il loro comportamento sulla base dei loro errori. Spesso li si vede irrequieti, in movimento con le mani o con i piedi, sono agitati e da seduti hanno difficoltà a rimanere fermi anche quando viene richiesto loro di farlo. Sono bambini che vengono facilmente distratti e non riescono ad attendere il proprio turno nei giochi o nelle attività in gruppo. Ne deriva che un bambino così organizzato non riesce a mantenere l’attenzione nelle attività scolastiche e di gioco riducendo di conseguenza la sua prestazione.

Questi sono bambini che passano da un’attività a un’altra senza concluderne una (in questo troppo spesso gli stessi genitori non solo non li aiutano ma rinforzano involontariamente loro stessi il cambiare in modo repentino attività). Sono bambini che parlano eccessivamente e che interrompono in modo non adeguato le attività in cui sono coinvolti. Estremizzando questo tipo di comportamento si può far osservare che bambini così possono anche arrivare a fare cose pericolose senza pensare alle conseguenze dei gesti. Il genitore che osserva questo comportamento è preoccupato fosse anche solo perché suo figlio non ubbidisce quando gli si chiede di fare qualcosa, ma altrettanto spesso il genitore spera che crescendo le cose si sistemino da sole. Purtroppo nella quasi totalità delle volte questo non accade, anzi si arriva ad un deterioramento della relazione tra genitori e bambino e questo non può portare che a peggiorare ulteriormente la situazione. È bene dire fin da subito che la differenza principale tra bambini iperattivi e bambini semplicemente vivaci, quelli che i nonni definiscono “con l’argento vivo addosso”, sta nella capacità di attenzione e concentrazione.

Ma quanto dovrebbe essere in grado di stare attento e di rimanere quieto nostro figlio? In genere un bambino riesce a stare attento per un periodo di circa quattro minuti per ogni anno di età, il che vuol dire che un bambino di quattro anni dovrebbe stare fermo e ascoltare per un tempo di circa 15 minuti.

Una corretta diagnosi di deficit di attenzione viene fatta da una valutazione neuropsichiatrica o da una di uno psicologo clinico esperto del settore, nel caso poi sia necessario un riconoscimento ufficiale per interventi scolastici mirati allora sarà indispensabile che la neuropsichiatria infantile dell’ospedale di residenza del bambino accerti la valutazione e certifichi l’esistenza di un disturbo specifico dell’apprendimento (D.S.A.). Lo stesso pediatra di base è attento e capace di porre il giusto sospetto su atteggiamenti che rientrano nei disturbi dell’attenzione. I genitori, che non hanno termini di confronto con altri bambini e che sono ovviamente troppo coinvolti emotivamente con loro figlio, possono anche confrontarsi inizialmente con gli insegnati (già nella scuola materna e poi ancor più nelle elementari) che per esperienza diretta sono sensibilmente capaci a contribuire nel porre il dubbio riguardo a una difficoltà nell’ambito dell’attenzione.

In cosa consiste un accertamento specialistico? Uno psicologo clinico, per esempio, utilizzerà l’osservazione del comportamento, del gioco e l’analisi dei disegni oltre che impiegare strumenti come questionari standardizzati specificatamente predisposti per i bambini piccoli. Queste tecniche costituiscono anche efficaci mezzi di screening per altri disturbi importanti sovrapponibili o meno con i disturbi dell’apprendimento. Una corretta valutazione psicodiagnostica non viene mai fatta per attribuire una diagnosi di non normalità nel bambino, ma per avere indicazioni al fine di aiutarlo e di supportarlo verso un recupero dell’attenzione e della sua tranquillità psicofisica. Esistono diverse accortezze che possono aiutare un bambino e accompagnarlo nell’apprendimento. Una fra tutte, giusto per rimanere in un solo contesto generico ed esemplificativo, è quella che, sapendo che nostro figlio è più fragile nell’attenzione, occorrerà essere meno severi con lui sul rendimento scolastico, aiutarlo nei compiti impiegando anche metodologie per lui più utili. Tutto questo gli permetterà di recuperare con calma le sue lacune e di rinvigorirlo in termini di autostima e di autoefficacia.

Concludo questa semplice rassegna dicendo che un bambino iperattivo con questo tipo di disturbi non è un bambino meno intelligente degli altri ma è un bambino che ha più difficoltà ad esprimere agli altri e a se stesso la propria intelligenza.

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